Scuola: Compiti a casa
Il problema dei compiti a casa degli alunni è stato sollevato in Francia, ma è importante anche nel nostro paese, supponendo che ci troviamo in una scuola che funzioni. Se, infatti, la scuola non ha risorse per nominare supplenti quando manca un'insegnante oppure gli alunni seguono le lezioni distrattamente, si assentano o entrano in ritardo, non hanno nessuna voglia di apprendere quello che viene insegnato, allora il problema dei compiti a casa non sussiste. Se, dunque, la scuola funziona, occorre stabilire che cosa si può fare in aula e che cosa si può fare a casa. In aula l'insegnante può spiegare i concetti, stimolare domande e osservazioni, svolgere applicazioni guidate, eseguire esperienze di laboratorio ed altre attività che richiedono la presenza del docente o la cooperazione di gruppo degli alunni. A casa, supponendo che l'alunno abbia un luogo tranquillo dove studiare al riparo da rumori, televisioni, chiacchiericcio, attrazioni e simili, egli può rileggere sul testo l'argomento trattato in classe, riflettere sui concetti, eseguire esercizi per acquistare dimestichezza con le procedure, ripetere ad alta voce per esercitarsi ad esporre con sicurezza le proprie conoscenze acquisite, approfondire con ricerche su libri o sulla rete, ed altre attività che non si possono svolgere in aula per motivi tecnici o per mancanza di tempo. Occorre considerare che in aula l'alunno è tentato di farsi aiutare dal compagno più bravo di lui, a casa può chiedere aiuto ai genitori, i quali dovrebbero aiutarlo nel metodo di studio, senza sostituirsi a lui nell'esecuzione del compito. I docenti nei colloqui con le famiglie devono informarsi se gli alunni hanno a casa la possibilità di studiare in condizioni ottimali e raccomandare ai genitori di non aiutare i loro figli nei compiti ma solo guidarli in modo che riescano a fare da soli. D'altra parte ogni docente non deve dimenticare che gli alunni hanno da fare a casa anche i compiti per altre materie e, quindi, sarebbe bene che si stabilisse in Consiglio di classe che i compiti di ogni materia non devono richiedere più di un'ora di applicazione per l'alunno medio. E' anche bene chiarire agli alunni e alle famiglie che la valutazione dei compiti a casa ha solo lo scopo di riscontro per l'alunno e non incide sulla valutazione dello stesso; infatti, gli alunni a casa non sono sottoposti alle stesse condizioni di lavoro (ambiente, aiuti, strumenti di consultazione,ecc.) e pertanto i risultati non sono confrontabili. Inoltre bisogna dire che fare i compiti ad un alunno perché da solo non ci riesce è un grave errore non solo sul piano educativo ma anche sotto l'aspetto etico perché si induce il ragazzo a pensare che non sia necessario saper fare le cose perché si trova sempre chi le fa per noi, magari in cambio di un compenso. Questo meccanismo prelude a comportamenti corruttivi e truffaldini che possono poi svilupparsi in maniera grave nell'età adulta. Ricordo che in terza elementare dovevo svolgere un tema in classe sulle vacanze e chiesi ad un compagno di darmi uno spunto, ma mi rispose seccato che era stato in colonia; ci rimasi male in quel momento, ma poi gli sono stato grato perché da allora capii che dovevo farcela da solo e non volli più essere aiutato nei miei compiti nemmeno dai miei genitori (insegnanti) per una questione di principio.
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