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DIET-Etica delle CALORIE Psico-Fisiche




DIET-ETICA DELLE CALORIE PSICOFISICHE

Edizione 29/03/2012

LEGGE DELLE CALORIE TOTALI

E' bene non assumere troppe calorie con gli alimenti, ma si può estendere lo stesso principio alle calorie psichiche, cioè le gratificazioni e i piaceri della vita: dolcezze, sesso, erotismo, emozioni, successo, ebbrezza e caffè sono da sorseggiare e gustare senza eccedere.

Un’altra legge che sarebbe interessante verificare è quella delle calorie intese sia in senso fisico che psichico.
Per calorie psichiche si devono intendere le gratificazioni e le cose piacevoli della vita.
La legge che vorrei proporre è la seguente:

“La quantità di calorie che nella vita una persona può assumere è statisticamente limitata: ciò vuol dire che se per un certo periodo assume una quantità eccessiva di calorie, dovrà poi per un altro periodo assumerne una quantità deficitaria (dieta dimagrante), altrimenti la sua vita si accorcerà in modo tale che la quantità di calorie totali sia comunque mediamente la stessa”.

Questa legge prescinde dagli eventi sfavorevoli che potrebbero modificare radicalmente il corso della vita, come ad esempio incidenti stradali, malattie contagiose, ecc., sempre che tali eventi non siano imputabili ad una eccessiva quantità di calorie assunte.

E’ facile capire che una persona che mangia troppo diventa obesa e per questo ha un maggior rischio di morire prima del tempo. Ma questa legge estende questo concetto a tutti i comportamenti che producono piacere come per esempio la ricerca del successo, del potere, l’assunzione di droghe, di alcol, l’applicazione verso il gioco d’azzardo, i videogiochi, il sesso, la velocità, stile di vita spericolato. Tutte le attività che producono piacere (calorie psichiche ), se svolte in maniera smodata ed eccessiva, tendono ad accorciare la vita delle persone in modo tale che la quantità di calorie totali resti sempre la stessa. Il vecchio proverbio “meglio un giorno da leone che cento da pecora” in effetti dice proprio questo. Si vede quindi che le calorie fisiche del cibo sono in effetti un caso particolare di calorie psichiche se intese come piacere del gusto. Inoltre esiste un'interscambio tra calorie fisiche e gli altri piaceri: molte persone depresse mangiano molto per compensare un vuoto psichico.

Consideriamo alcuni esempi per illustrare l’ipotesi che abbiamo proposto.

Un giovane cantante ottiene un improvviso successo e la sua popolarità va alle stelle. In poco tempo si trova ricco e famoso e vive un periodo molto gratificante.
Ma il successo è una droga e non è facile rimanere sulla cresta dell'onda; quanto più grande è il successo raggiunto, tanto più forte è il timore di perderlo. Molte persone dopo un successo strabiliante cadono in depressione o diventano schiavi dell'alcol o di altre droghe. Inoltre il successo attrae una miriade di opportunisti, che cercano di sfruttare a proprio vantaggio la fortuna degli altri. E' facile avere bellissime donne ai propri piedi, quando si possono staccare assegni a molti zeri.
La disponibilità di risorse spinge a vivere emozioni sempre più intense, provare l'ebbrezza dell'alta velocità in moto o in auto di grossa cilindrata. Non è difficile capire che le gratificazioni intense del successo in genere comportano un alto rischio di sofferenze e possono anche stroncare bruscamente la vita.

Un uomo d'affari di grandi capacità riceve incarichi sempre più importanti ed è perciò sempre in viaggio da un continente all'altro, passa molto tempo in aereo, in auto, elabora relazioni e progetti sul suo portatile, incontra personalità di spicco, gente del mondo che conta, dispone di cifre notevoli.
Tutto ciò è molto gratificante per lui, ma non è senza conseguenza: viaggiare in aereo o in auto o in treno è comunque dannoso, non solo o non tanto per gli incidenti che possono capitare, quanto per la innaturale staticità del corpo, per i bruschi cambiamenti di pressione e temperatura ambientale, per la presenza eccessiva di inquinanti nell'aria, la dubbia genuinità dei cibi, l'alterazione dei ritmi veglia-sonno, ecc.
Questo tipo di vita piacevole per le soddisfazioni professionali che concede, comporta però una serie di sofferenze sul piano della salute fisica e sul piano della vita familiare che risulta in genere frammentata in brevi periodi interrotti dagli impegni di lavoro. Spesso i legami affettivi si indeboliscono, nascono facilmente legami extrafamiliari che immancabilmente hanno una ricaduta di conflitti e sofferenze. Le situazioni stressanti possono indebolire il sistema immunitario facilitando il sopravvento di virus e batteri nell'organismo; a ciò si aggiunga la frequenza di luoghi affollati, di aerei che collegano zone del mondo con tipologie patologiche varie e pericolose, ambienti con aria condizionata, spostamenti tra zone climatiche molto differenti, ecc.

Una persona che ama la buona tavola e si abbandona a grandi mangiate con spezie, vini, liquori, dolci, ecc. sicuramente ha una maggiore probabilità di diventare obesa, diabetica o comunque di avere malattie dell’apparato digerente, della circolazione del sangue, ecc.. Nella migliore delle ipotesi sarà costretta a fare rigide diete dimagranti, che però comunque danneggeranno l’organismo, specialmente se non sono appropriate; inoltre l’obesità rattrista perché comporta una perdita di bellezza e porta a volte a depressione; l’aspetto fisico è anche importante nelle relazioni sociali, sessuali, ecc. . In poche parole la vita della persona subisce un deterioramento che già di per sé compensa l'’eccesso di assunzione di calorie, con una perdita di calorie psico-fisiche, cioè con sofferenze e accorciamento della vita naturale.

In definitiva questa legge porta alla conclusione che è inutile e dannoso assumere calorie (gratificazioni) in eccesso perché in un modo o nell’altro queste poi si perdono, se non altro perché si accorcia la vita. Ecco perché dalla Religione Universale deriva il seguente consiglio:

conviene condurre una vita moderata nei piaceri e nelle gratificazioni, rifuggire dai traguardi ambiziosi della competizione spinta del potere, del successo, del danaro ed accontentarsi della gioia che può dare un sentimento di amicizia, di affetto per i propri cari, il piacere di aver fatto del bene agli altri senza secondi fini, di aver salvato un essere umano dalla disperazione, dall’ignoranza, ecc..

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